Accertamento Tecnico Preventivo (ATP): Cosa sapere sulla sua ammissibilità e procedura

L’accertamento tecnico preventivo (ATP), disciplinato dall’articolo numero 696 del codice di procedura civile, consiste in una richiesta giudiziaria inerente all’urgenza di porre sotto verifica lo stato qualitativo di luoghi o cose prima che ne venga compromessa la reale condizione.

Si tratta dunque, in altre parole, di un procedimento di natura cautelare avente lo scopo di individuare le cause effettive che hanno provocato un vizio prima che esse vengano alterate e risultino così non più dimostrabili.

Come richiedere un ATP

Quando si redige una richiesta di Accertamento Tecnico Preventivo (la quale viene presentata come ricorso) è importante che essa sia chiara ed esaustiva: deve cioè comprendere primariamente le ragioni di base che hanno portato al suo avvio, indicando in particolare il problema insorto e gli aspetti tecnici al centro della contesta, ma anche sottolineare i motivi che presuppongono l’urgenza della verifica.

In caso di dubbi, è comunque consigliabile rivolgersi all’esperienza di un perito, che potrà fornire tutte le indicazioni in merito a come procedere.

Se il ricorso è ritenuto valido ed è accolto, viene nominato direttamente dal tribunale un Consulente Tecnico D’Ufficio (CTU), totalmente imparziale, che si recherà sul luogo in questione al fine di procedere con la valutazione; può però capitare che sia il giudice stesso ad eseguire il sopralluogo: in questi casi, si parla di ispezione giudiziale.

Solitamente, l’ispezione tecnica del luogo o dell’oggetto della contesa viene svolta prima dell’inizio del processo, ma talvolta può anche avvenire durante lo svolgimento del medesimo, purché non siano ancora stati disposti i mezzi istruttori.

Alla conclusione dell’ATP, il Consulente Tecnico d’Ufficio deve depositare una relazione in merito agli accertamenti eseguiti, la quale viene considerata a tutti gli effetti una prova di cui tenere conto durante il processo.

Sarà inoltre compito del richiedente dell’ATP pagare la somma dovuta per la liquidazione del CTU, ma in caso di vittoria della causa potrà averne il rimborso, in quanto la cifra stabilita dovrà essere versata dalla controparte che ha perso.

La parte in causa può d’altro canto contestare la validità del sopralluogo eseguito dal CTU, nei casi in cui esso non andasse a proprio favore, e presentarne dunque ricorso entro un periodo che non deve essere superiore ai 30 giorni dall’avvenuta dichiarazione di dissenso, indicando con precisione i motivi che comportano a suo parere l’inammissibilità dei risultati ottenuti in seguito alla valutazione svolta dal Consulente Tecnico.

Quando la richiesta di ATP non può essere ammessa

Come detto in precedenza, nella richiesta relativa all’ATP devono essere esplicitate le motivazioni che rendono urgente l’esecuzione della verifica tecnica da parte di un consulente; in mancanza di esse, il ricorso all’ATP non viene ritenuto valido.

Oltre a ciò, un altro fattore che può causare l’inammissibilità dell’ATP è l’assenza di indicazioni relative alle ragioni della strumentalità volte ad individuare i motivi per cui si è giunti al ricorso, ovvero della domanda di merito alla quale è finalizzato l’atto.

L’ATP è poi ammissibile unicamente nel caso in cui comprendesse soltanto questioni riguardanti fatti legati all’aspetto tecnico di responsabilità: l’unico elemento di dissenso tra le parti citate in giudizio deve dunque essere necessariamente di natura tecnica.

La richiesta di accertamento da parte del consulente, infine, non può essere accolta laddove la valutazione che quest’ultimo si deve occupare di eseguire differisca da un semplice accertamento dell’effettiva condizione in cui vertono il luogo o l’oggetto posto in esame, e altresì nei casi in cui fosse eccessivamente complicata e in nessun modo in grado di permettere alle parti in causa di raggiungere uno stato finale di riconciliazione.

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