Cannabis autofiorente: consigli per massimizzare la resa del raccolto

Quando si sceglie di coltivare cannabis in contesto casalingo, soprattutto se si è alle prime armi può capitare di avere difficoltà nel selezionare i semi giusti. C’è chi, per la paura che gli errori tipici dei principianti possano compromettere il risultato finale del raccolto, da subito acquista semi autofiorenti, noti per la loro resistenza.

Dietro a questa peculiarità troviamo le caratteristiche della cannabis ruderalis, una varietà, parte degli ibridi che costituiscono la cannabis autofiorente, originaria della Siberia che, in virtù di questo aspetto, è in grado di crescere in condizioni di illuminazione e climatiche a dir poco ostiche.

La coltivazione della cannabis autofiorente è sostanzialmente semplice. Nonostante ciò, esistono comunque alcuni accorgimenti dei quali è bene tenere conto per avere maggiori garanzie di massimizzare le rese del raccolto.

Non rinvasare le piante

Il primo e più importante consiglio per ottimizzare le rese dei propri raccolti di cannabis autofiorente riguarda il fatto di seminare nel vaso definitivo. In virtù del ciclo di vita estremamente breve, il rinvaso risulta un forte stress per le piante. Ecco perché è importante scegliere bene subito il vaso che sarà poi quello che ospiterà le piante fiorite (quando si ha a che fare con la cannabis autofiorente, si arriva a questo risultato anche in 60 giorni).

Attenzione alla posizione delle lampade

Anche se le piante di cannabis autofiorenti non sono fotoperiodiche – cioè non sono strettamente vincolate al ciclo di luce per la loro crescita – la gestione dell’illuminazione ha un ruolo che non può essere messo totalmente in secondo piano. Gli schemi di riferimento per quanto riguarda l’illuminazione sono diversi e, quando si parla di cannabis autofiorente, una soluzione apprezzata da diversi breeder è quella 18:6.

Nel momento in cui si allestiscono le luci per la coltivazione indoor – in caso di raccolti outdoor, per ovvi motivi non è necessario occuparsi di questo aspetto – è fondamentale fare attenzione alla posizione delle lampade. Premettendo il fatto che i LED sono una delle alternative tecnicamente migliori, ricordiamo che, in linea di massima, bisognerebbe posizionare le fonti luminose a non meno di 30 e a non più di 50 centimetri dalle piantine.

Ovviamente è importantissimo controllare periodicamente le piante per individuare eventuali segnali di stress e “aggiustare il tiro”.

L’importanza delle dimensioni del vaso

Se si ha intenzione, comprensibilmente, di massimizzare la resa dei raccolti di cannabis autofiorente, una buona idea è quella di scegliere vasi dalla capacità notevole. In questo modo, si permette alle radici di proliferare ampiamente. Giusto per dare qualche numero, rammentiamo che, per dare modo alle piante di cannabis autofiorente di crescere bene e senza troppo stress, è opportuno orientarsi verso vasi di capacità compresa tra i 15 e i 20 litri.

Anche il materiale dei vasi ha il loro perché. Una soluzione vantaggiosa, grazie alla quale è possibile prevenire l’aggrovigliamento eccessivo delle radici, è quella dei vasi in tessuto.

La giusta ventilazione

Se si coltiva la cannabis autofiorente in growroom, è molto importante procurarsi ventilatori, ma anche estrattori d’aria. Nel caso delle autofiorenti la prevenzione della diffusione di agenti patogeni è un problema secondario, ma le piante hanno comunque bisogno di respirare.

L’aerazione del substrato di coltivazione

Dal momento che, come già accennato, le piante di cannabis autofiorente crescono in fretta, è cruciale concentrarsi subito sulla qualità del substrato di coltivazione, così da dare loro modo di sviluppare radici robuste. In questo caso, la parola d’ordine è una e una sola: aerazione. Per ottimizzare questo aspetto – ma anche per rendere il tutto più leggero – a meno che non si abbia, di base, un substrato adatto alle autofiorenti, è consigliabile aggiungere perlite o fibra di cocco.

Concludiamo ricordando la possibilità di aggiungere stimolanti radicali per favorire l’assorbimento dei nutrienti.

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