Rafforzare unghie e capelli con il Selenio: cos’è e in quali cibi trovarlo

Il Selenio è un elemento chimico presente in natura sia come minerale che come costituente di alcune proteine. Dal punto di vista nutrizionale è considerato un oligonutriente, cioè un fattore nutrizionale indispensabile per la salute ma presente in basse concentrazioni nei tessuti. Si tratta di un elemento chimico rappresentato dal simbolo “Se”, scoperto nel 1817 da Jöns Jacob Berzelius.

Il selenio è un non metallo che nella sua forma pura viene considerato un elemento abbastanza raro. Esso è necessario alla funzione cellulare e alla sopravvivenza di diversi organismi, uomo compreso. Il Selenio nel corpo umano è infatti compreso tra i 13 e i 20 mg.

E’ indispensabile per la formazione di enzimi antiossidanti glutatione perossidasi e tioredossina disolfuro reduttasi, utili per ostacolare l’ossidazione di alcune molecole. Grazie alle sue proprietà, il Selenio è oggi un ingrediente molto utilizzato per la preparazione di integratori alimentari e derivati.

Funzioni biologiche del Selenio

Il Selenio è necessario per il benessere dell’organismo per diverse ragioni. In primo luogo è un elemento indispensabile per la sintesi di alcune proteine che presentano al proprio interno amminoacidi contenenti Selenio (selenocisteina e selenometionina). Se nell’organismo non fosse presente Selenio in quantità sufficiente, queste proteine non potrebbero essere sintetizzate e quindi si andrebbe incontro a scompensi biologici legati alla sintesi del DNA, al sistema immunitario, al funzionamento della tiroide e la riproduzione. Alcune proteine che contengono Selenio sono indispensabili per contrastare i fenomeni ossidativi, agendo quindi da fattore di protezione, tra l’altro, contro le malattie cardiovascolari. In forma minerale, inoltre, è in grado di competere con i metalli pesanti limitandone gli effetti dannosi nell’organismo.

Carenza o eccesso di Selenio

Una carenza di Selenio può essere alla base di un gran numero di disturbi, alcuni dei quali anche gravi. Tra i sintomi caratteristici della carenza di Selenio vi sono la fragilità delle unghie e la depigmentazione di capelli e pelle, il funzionamento dei muscoli può risultare compromesso e il sistema immunitario può indebolirsi, rendendo l’organismo maggiormente soggetto alle infezioni. Per quanto riguarda i capelli, potrebbe essere utile affidarsi ai migliori integratori per capelli in commercio, un buon alleato contro la loro perdita.

Sebbene sia indispensabile per la salute, una concentrazione eccessiva di Selenio nel sangue può causare disturbi anche più gravi di una sua carenza. In caso di intossicazione da Selenio si possono osservare sintomi lievi, come nausea, vomito, spossatezza e diarrea, sintomi di media gravità come difficoltà cognitive e disturbi neurologici fino a conseguenze gravi come edema polmonare, cirrosi epatica e in casi estremi anche la morte.

Quali sono i cibi che contengono Selenio?

Il Selenio è presente in moltissimi alimenti, in particolare pesce, carni rosse, interiora, latte e derivati. Anche molti alimenti vegetali, soprattutto i cereali, contengono Selenio ma solo se i terreni in cui sono stati coltivati ne sono ricchi. In caso contrario gli alimenti di origine vegetale possono risultare poveri di questo oligoelemento. Per questo motivo chi segue una dieta esclusivamente a base di alimenti vegetali corre il rischio di incorrere in un deficit nutrizionale dovuto alla carenza di questo prezioso minerale.

Come mantenere i giusti livelli di Selenio e rimanere in forma?

Seguire una alimentazione varia e completa è il modo migliore per fornire al nostro organismo tutto ciò di cui ha bisogno. In casi di malassorbimento, però, possono manifestarsi problemi di carenze nutrizionali a cui far fronte con una integrazione. Anche soggetti anziani possono necessitare di un supplemento di Selenio, così come chi segue un regime dietetico che escluda gli alimenti di origine animale. La dose giornaliera consigliata non dovrebbe scendere al di sotto dei 55 µg al giorno per individuo adulto e non superare in ogni caso i 400 µg, considerata la soglia massima tollerabile.

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