Carta Docente ai precari: ora è realtà

Numerosissimi i docenti che possono ricorrere per ottenere il Bonus di 500€ annui

Chi ha svolto supplenze nella scuola con contratti fino al 30 giugno o al 31 agosto può partecipare al ricorso per ottenere la Carta Docente. Una svolta che permetterà a tantissimi insegnanti che per molti anni – e tutt’oggi- hanno effettuato supplenze presso la scuola pubblica senza ricevere il corrispettivo previsto per l’aggiornamento professionale dei docenti in servizio.

I princìpi giuridici a fondamento del Ricorso

Il via libera arriva direttamente dalla Corte di Giustizia Europea che con un’ordinanza ha riconosciuto l’atto discriminatorio perpetrato dal Ministero nel non riconoscere ai docenti precari il bonus di 500 euro. Successivamente è stato il Consiglio di Stato che con l’emissione della Sentenza n. 1842/2022 del 16.03.2022 ha riconosciuto anche ai docenti non di ruolo il diritto ad usufruire della carta elettronica prevista dalla Legge 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola”. La sentenza segue una recente evoluzione giurisprudenziale che ha visto il Consiglio di Stato e tutti i Tribunali presenti sul territorio nazionale italiano riconoscere il diritto alla Carta del Docente anche ai docenti con contratti a tempo determinato.

Quante annualità è possibile recuperare?

Grazie al ricorso promosso dagli avvocati di Giustizia Scuola, Studio Legale specializzato nell’assistere il personale scolastico, docente e A.T.A. (Assistente Tecnico Amministrativo), coloro che abbiano svolto servizio con contratti a tempo determinato presso una scuola pubblica – a partire dall’anno scolastico 2019/2020 – possono avviare la pratica legale per vedersi riconosciuto il beneficio economico, fino ad una cifra pari a 2.500,00 euro in base alle annualità da recuperare. Al fine di agevolare l’avvio della causa è importante richiedere e conservare tutti i documenti che attestano l’attività di insegnamento svolta durante gli anni in cui non è stato riconosciuto il diritto a ricevere il bonus. Con particolare riferimento alle firme apposte dall’Istituto. Questi documenti saranno fondamentali per dimostrare il proprio diritto agli arretrati.

Cosa è possibile acquistare con il Bonus?

Con il Bonus docenti è possibile acquistare libri e attrezzature scolastiche, biglietti di ingresso per i musei ed eventi culturali, teatro e cinema o per iscriversi a corsi di laurea e master universitari, a corsi per attività di aggiornamento, svolti da enti qualificati o accreditati presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito. È possibile, inoltre, acquistare hardware come pc, laptop e tablet. Finanziare la propria crescita professionale attraverso un contributo statale rappresenterebbe la svolta per migliaia di insegnanti precari, impegnati nell’acquisizione di titoli ed attestati indispensabili per scalare le graduatorie del reclutamento. 

Quali sono i requisiti per la partecipazione?

Data la natura non risarcitoria del buono generabile elettronicamente, bensì quale strumento per la formazione in servizio del personale scolastico; per l’adesione al Ricorso Carta Docente requisito fondamentale è quello di risultare in servizio al momento della proposizione della vertenza al Tribunale in funzione del Giudice del Lavoro. Eventualità non scontata per molti supplenti che pur essendo regolarmente iscritti nelle GPS, non hanno ricevuto incarichi per l’anno in corso. Si può ovviare a tale problematica dimostrando di essere ancora inseriti nel circuito del reclutamento scolastico, ad esempio inviando unitamente alla documentazione la ricevuta di iscrizione e aggiornamento nelle graduatorie. 

Come si partecipa al ricorso?

Per partecipare al ricorso per il riconoscimento della Carta Docente è necessario contattare lo staff di Giustizia Scuola sul sito internet compilando il form (link ai contatti) per ricevere tutte le istruzioni al fine di avviare la procedura per il suddetto ricorso. Non ci sono scadenze o limiti di tempo per l’inoltro della richiesta. Un importante passo verso l’equiparazione dei docenti precari ai titolari ordinari in termini di benefici economici dato che, come molti che lavorano nel mondo della scuola sanno, la mole di lavoro non cambia in base al contratto stipulato con l’Istituzione scolastica pubblica

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