La tecnica Black Hat SEO: cos’è e come evitarla

La Black Hat SEO è una tecnica usata per far salire il rank di una pagina o di un sito nelle ricerche con procedure che violano i termini di servizio dei motori di ricerca. Il termine deriva dai film western dove il cappello nero indicava i cattivi mentre quello bianco i buoni.

Negli ultimi anni si è cominciato a designare così tutti gli hacker, i creatori di virus e gli altri esperti di informatica che operano con sistemi non etici e spesso completamente illegali.

Comprendere la Black Hat SEO

Prima di cominciare a capire questo sistema dovete tenere presente che utilizzare tecniche Black Hat può costarvi molto caro, perché il vostro sito potrebbe essere bannato da tutti i motori di ricerca e finire per essere escluso dai referral su internet.

Il Black Hat SEO sotto certe ipotesi fa salire il rank nel SERP, ossia rende la pagina più visibile ai motori di ricerca. Sfortunatamente per chi sceglie la tecnica nera, si tratta di violare i termini di servizio e a lungo andare si viene scoperti tramite i filtri.

Sulle Google’s Webmaster Guidelines e Bing’s Webmaster Guidelines sono state riportate esplicitamente liste di strategie e tattiche utilizzate dai programmatori che usano il Black Hat SEO.

Queste sono le tecniche Black Hat:

  • Content Automation, generazione di contenuti solo per il motore
  • Doorway Pages, pagine che immettono a sorpresa nel sito
  • Hidden Text or Links, testi e link nascosti per soddisfare solo le ricerche
  • Keyword Stuffing, riempire di parole chiave un testo
  • Reporting a Competitor (or Negative SEO), diffamazione ai danni dell’avversario
  • Sneaky Redirects, redirigere su pagine senza consenso
  • Cloaking, mascherare un sito per quel che non è
  • Link Schemes, costruire una rete di link inutile
  • Guest Posting Networks, costruire attività falsa sul portale
  • Link Manipulation (including buying links), usare link solo per farsi vedere, o comprarne per creare una rete
  • Article Spinning, riscrivere gli articoli già esistenti
  • Link Farms, Link Wheels or Link Networks, costruire link e portali solo per creare un mulinello di traffico artificiale
  • Rich Snippet Markup Spam, spammare appositamente in base ad indagini sulle preferenze
  • Automated Queries to Google, generare ricerche false su Google
  • Creating pages, subdomains, or domains with duplicate content, creare siti con contenuti duplicati
  • Pages with malicious behavior, such as phishing, viruses, trojans, and other malware, creare pagine piene di virus e malware

Affrontare la Black Hat SEO

Ci sono due motivi per segnalare queste pratiche. Ti sei trovato in mezzo ad una campagna di attacchi o molestie informatiche oppure ti sei accorto che il tuo competitor sta facendo strada imbrogliando.

Anche se è uno strumento pericoloso si può segnalare lo spam con Google Search Console, ma bisogna stare molto attenti, perché se la segnalazione verrà interpretata come un tentativo illecito si ritorcerà contro di te.

Se hai subito un attacco via software, dopo aver rimosso il problema, puoi richiedere una review per il malware. Se invece sei in mezzo a una campagna di spam puoi usare il Disavow Links Tool in Google Search Console, dopo aver contattato il webmaster che ti ha messo in mezzo ai problemo e nel caso in cui non provveda a risolverli.

In teoria si potrebbe pensare di utilizzare le tecniche Black Hat con vantaggio, ma soltanto nel caso in cui il sito sia destinato a fare una vita molto breve e a non lasciare eredi.

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