Investigazioni lavoratori Milano, una tutela per il datore di lavoro

È possibile effettuare delle investigazioni sui lavoratori a Milano? Sì, esistono dei controlli che si possono richiedere agli investigatori privati per tutelare il datore di lavoro. Inoltre, è consentito fare degli opportuni controlli pre assunzione. Come funzionano? A chi rivolgersi e soprattutto cosa dice la legge a riguardo? È nei diritti del datore di lavoro controllare i propri dipendenti, ma si devono rispettare ugualmente dei principi fondamentali.

Per i datori di lavoro che vogliono effettuare dei controlli sui propri dipendenti, è possibile richiedere dei servizi su www.servizinvestigativi.it. Il portale assicura la massima trasparenza e professionalità. In ogni caso, rimane importante approfondire come si è espressa la Corte di Cassazione sulle investigazioni: come devono essere svolte e quando è lecito farlo.

Si possono effettuare investigazioni sui lavoratori a Milano?

Ci sono dei criteri stabiliti che regolano le investigazioni sui propri dipendenti da parte il datore di lavoro. Si chiamano a tutti gli effetti “principi” e ne troviamo ben quattro. A definire le linee di confine tra legittimità ed eccesso di controlli è stata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 15094/2018.

·        Principio di necessità: il controllo non può essere effettuato senza dei sospetti, dunque deve essere in qualche modo indispensabile, o quantomeno necessario;

·        Principio di finalità: l’obiettivo delle investigazioni sui lavoratori deve avere un fine congruo all’azienda, dunque deve essere finalizzato per scopi di sicurezza o continuità aziendale;

·        Principio di sicurezza: i dati raccolti dall’investigatore privato devono comunque essere protetti al 100%;

·        Principio di proporzionalità: il datore di lavoro può richiedere delle investigazioni, ma non può in alcun modo eccedere. Lo scopo principale rimane la verifica di un eventuale illecito.

Investigazioni private sui propri dipendenti: cosa dice la legge

Secondo la Corte di Cassazione, ci sono due casi in cui il datore di lavoro può effettuare dei controlli nei confronti dei propri lavoratori. In primis, deve avere delle prove evidenti di illeciti compiuti. In alcuni casi, però, basta anche il sospetto dell’illecito – sia esso già stato compiuto o stia per compiersi.

Uno dei casi più comuni per cui il datore di lavoro può richiedere un controllo è per esempio a seguito di abusi dei permessi previsti dalla Legge 104. O ancora in alcuni casi specifici possono essersi verificati dei danni all’azienda: il lavoratore potrebbe aver violato l’obbligo di fedeltà aziendale e aver condiviso dei segreti con altri competitor.

In tutto ciò, è ovviamente lecito chiedersi della privacy del lavoratore. La sentenza numero 6174/2019 della Corte di Cassazione ha infatti posto l’accento sulla privacy e sui controlli legittimi. I controlli investigativi, per essere definiti tali, devono infatti rispettare dei criteri: si devono effettuare nei luoghi pubblici (non all’interno del posto di lavoro né a casa del lavoratore). Inoltre, devono essere svolti nel pieno rispetto della prestazione lavorativa.

Controlli pre assunzione: fondamentali

Nel mondo del lavoro la tutela dei lavoratori e dei datori deve essere sempre rispettata. Questi sono aspetti prioritari, che non passano in secondo piano rispetto a nulla. La valutazione di nuove figure professionali da assumere può essere ovviamente soggetta ad alcuni controlli. Il datore di lavoro può anche richiedere delle investigazioni pre assunzione, che devono comunque essere motivate.

Le indagini pre assuntive, in ogni caso, si svolgono per effettuare delle verifiche e dei controlli nei confronti dell’aspirante lavoratore. Alcuni datori li richiedono a seguito di incongruenze sul curriculum e mettono al vaglio ogni informazione che poi l’investigatore porrà sul tavolo.

Anche in questo caso le indagini non possono essere svolte senza motivo: si deve rispettare l’articolo 8 dello Statuto dei Lavoratori (presente nella Legge n.300 del 20 maggio 1970). Nella legge è fatto “divieto di svolgere indagini sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale.

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